I Mulini di Sessa Cilento
Un’ansa della strada provinciale SP15b tra Sessa e San Mango Cilento induce il viaggiatore a rallentare e allungare lo sguardo all’esterno della curva dove un antico mulino sembra quasi incastonato nella fitta vegetazione che costeggia un piccolo ruscello. È uno dei 23 mulini ad acqua presenti da secoli nel territorio di Sessa Cilento e dislocati sulle rive del torrente Sorrentino, tra le frazioni di San Mango e Valle.
Come si spiega la presenza di tanti mulini lungo un percorso di appena due chilometri e con un dislivello di circa 400 metri?
Certamente la ragione principale consiste nell’abbondanza di acqua che si riversa sul versante settentrionale del Monte Stella a motivo della sua struttura geologica. Gli strati rocciosi che formano la montagna, infatti, sono inclinati verso nord e sono poco permeabili. Di conseguenza la maggior parte dell’acqua piovana scivola sul versante nord ed alimenta torrenti e sorgenti per tutto l’anno. Quello più ricco di acqua è proprio il Sorrentino che scende dal Monte Stella e, dopo un percorso pressoché lineare, confluisce nella Fiumara di Valle. Questa alimentava l’ultimo mulino della serie.
Un’altra ragione, altrettanto importante, che spiega la presenza di tanti mulini è l’abbondante produzione di grano su tutto il territorio. Nella tradizione popolare, infatti, tutta la vallata era denominata “la conca d’oro” per il colore che assumeva nella stagione della mietitura. Ma ai mulini del Sorrentino venivano a macinare il grano anche i contadini dei paesi vicini.
Le prime notizie certe della presenza di mulini ad acqua in quest’area risalgono alla fine del ‘400 ma la presenza di un antico casale scomparso, denominato “Molina”, in una località ubicata tra San Mango e Valle e citato varie volte in documenti dell’archivio benedettino di Cava dei Tirreni che vanno dal 1078 al 1317, suggerisce l’ipotesi che, già a quell’epoca, dovevano esserci dei mulini in funzione.
Ancora oggi, proprio in quell’area, esiste una località sulla riva sinistra del Sorrentino denominata “Molina” dove sono visibili i ruderi di alcuni mulini ad acqua.
La stessa Badia di Cava concesse in enfiteusi due mulini situati a Valle già nel 1258. D’altra parte il paese era già conosciuto fin dal XII secolo con l’appellativo di “Vallis molendinorum” (Valle dei mulini).
Dunque i mulini del Sorrentino hanno funzionato per almeno sette secoli! L’ultimo mulino, infatti, ha smesso di funzionare pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Da allora i mulini sono stati abbandonati e, uno dopo l’altro, sono diventati ruderi. Solo all’inizio di questo secolo è rinato l’interesse per questa eccezionale eredità del nostro passato e tre di essi sono stati restaurati. Due si trovano lungo la SP15b, tra Sessa e San Mango; il terzo a Valle nei pressi della Fiumara omonima dove il Sorrentino termina la sua corsa.
Il sistema-mulini costruito lungo le rive del Sorrentino è stato una pietra miliare dell’economia locale e un fattore di sviluppo per la società del passato che ha saputo creare un sistema organizzato, efficiente ed ecosostenibile. E, in un’epoca come la nostra in cui la penuria d’acqua si profila come una pressante emergenza planetaria, i vecchi mulini del Sorrentino costituiscono una preziosa testimonianza del passato e un severo ammonimento per il futuro.
Antonio Malatesta
Bella realtà, ben presentata da persona competente.
Molto interessante
Molto interessante scoprire cose di cui non immaginavo neanche l’esistenza… Grazie mille per le belle descrizioni.
Avendo visitato sia il mulino di San Mango che quello a giù a Valle ,avevo letto qualcosa a riguardo.Grazie Antonio perché con il tuo articolo hai dato delle informazioni che hanno completato e soddifatto le mie curiosità, tipiche di chi gira per i luoghi cilentani con il piacere di godere sia le bellezze paesaggistiche,sia gli interventi strutturali che gli uomini del passato hanno realizzato,in maniera rispettosa ,per poter fruire delle risorse naturali, per scopi di utilità primaria ,per la comunità locale e oltre. Ancora grazie!