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La Coppa di Nestore

Νέστορός: ̣[μ]ι:̣ εὔποτ[ον]: ποτριον
hὸς δ᾽ ἂν το̃δε πίε̄σι: ποτε̄ρί[ο̄]: αὐτίκα κε̃νον
hίμερος hαιρσει: καλλιστε[φά]νο̄: Ἀφροδίτε̄ς
Di Nestore io sono la coppa, da cui si beve bene,e chi beva da questa coppa, subito lui
prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona.”

Tra le tombe della Necropoli di San Montano (Isola d’Ischia, antica Pitecusa), la nr. 168 datata fra alla fine dell’VIII sec. a.C., contiene i resti di un individuo di sesso maschile, di età compresa tra i 12 e i 14 anni, accompagnati da uno dei corredi più cospicui mai rinvenuti in una tomba pitecusana: 27 reperti ceramici in tutto, di cui 4 crateri, 2 euboici e 2 locali.
Tra i materiali ceramici, spicca una kotyle rodia, risalente alla seconda meta dell’VIII sec. Su di essa, dopo la cottura, è stata incisa in alfabeto euboico un’iscrizione metrica di tre versi, in dialetto ionico.
Nel v. 1 la coppa identifica sé stessa come proprietà di Nestore, mentre i vv. 2-3 contengono la più antica declinazione di un topos costitutivo della poesia simposiale greca, vale a dire l’associazione del vino e della pratica simpotica con l’elemento erotico. L’iscrizione allude realmente al simposio? Perché il fanciullo? Il padre partecipava alla pratica del simposio ed ha posizionato questo vaso nella tomba per garantire al figlio di partecipare a qualcosa alla quale in vita non aveva avuto modo di prendere parte.
Sin dalla prima edizione del graffito, ha goduto di largo consenso l’ipotesi che il Nestore della coppa dovesse essere identificato con il Nestore re di Pilo, proprietario, secondo Omero, di una sontuosa coppa, alla quale l’autore dei nostri versi avrebbe voluto in qualche modo alludere. Quindi questo vuol significare che all’epoca, a Pitecusa, conoscevano già l’epos Omerico?


Sul piano contenutistico sono state fatte varie interpretazioni:
Chi considerava la frase come unica: “Questa è la coppa di Nestore dalla quale chi berrà sarà preso dal desiderio di Afrodite…”, per cui in questo caso si fa riferimento al Nestore dell’Iliade
Chi pensa che il primo verso sia a sé stante: Nestore è il proprietario del vaso, forse proprio il padre del fanciullo, o il fanciullo stesso. Gli altri due versi sono invece un richiamo al Nestore Omerico.
Attualmente ancora non si è giunti ad una conclusione definitiva, poiché i filoni di pensiero sono differenti ed inevitabilmente discordanti fra di loro.
Chi di voi ha mai sentito parlare di questo splendido vaso? Cosa potrebbe rappresentare?

Martina Pico

 

 

 

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