Beach Soccer: il calcio da spiaggia spopola anche in Italia
Si è concluso all’inizio del mese di agosto il diciottesimo campionato di Serie A di Beach Soccer che ha visto il trionfo -per il secondo anno di fila- del Pisa. Nella finale ha battuto Viareggio con il punteggio di tre reti a due dopo una estenuante ma spettacolare battaglia sportiva. La degna conclusione di una stagione bella e intensa per il movimento che ha visto disputarsi ben quattro campionati (Poule Scudetto, Promozione, Under 20 Nazionale e Femminile): in due mesi più di 150 gare giocate. Ma come nasce questo sport? Nonostante fosse praticato già da molti anni, solo nel 1992 nasce il Beach Soccer Worldwide con l’obiettivo di codificare le regole e promuovere la diffusione di questo sport nel mondo. Il primo campionato mondiale si disputa nel 1995 in Brasile con la vittoria – neanche a dirlo- dei padroni di casa; in Italia invece il primo campionato sotto l’egida della FIGC viene organizzato nel 2002.
Le regole che caratterizzano il Beach Soccer derivano dal calcio a 11 e soprattutto dal futsal e sono strutturate per rendere le gare quanto più spettacolari possibile. La gara si compone di tre frazioni da 12 minuti disputate su terreni di gioco (ovviamente in sabbia) di 37 metri per 28; le porte sono alte 2,20 metri e larghe 5,50; le linee del terreno di gioco sono costituite da nastro realizzato in materiale resistente e di colore diverso da quello della sabbia (normalmente blu o arancione). Le squadre sono formate da cinque calciatori con possibilità di sostituzioni illimitate durante la gara; nell’ottica di favorire la spettacolarità del gioco non è previsto il pareggio: in caso di parità, alla fine del tempo di gioco regolamentare, si provvede alla disputa dei tempi supplementari ed eventualmente dei tiri di rigore per stabilire la squadra vincente. Altra regola fondamentale riguarda i calci di punizione che sono solo diretti (si può calciare direttamente verso la porta avversaria per fare goal). A differenza del calcio, il portiere può prendere il pallone con le mani sul retropassaggio di un compagno: ciò permette di velocizzare molto il gioco perché così il portiere può effettuare un rilancio rapido verso gli attaccanti, ribaltando il fronte di gioco. Come si può facilmente immaginare, a causa della superficie dove si svolge la gara, ai calciatori è richiesta una grande preparazione fisica ma il beach soccer è soprattutto uno sport dove la differenza viene fatta dalla tecnica individuale.Infatti il gesto tecnico che meglio rappresenta il beach soccer è la rovesciata, tutelata espressamente nel regolamento ufficiale: se il pallone è nel possesso di chi sta effettuando la rovesciata e un avversario lo tocca o tocca il pallone, viene assegnato un calcio di punizione o di rigore contro la squadra avversaria! Proprio la spettacolarità e il fair play che caratterizzano le gare di Beach Soccer stanno favorendo la diffusione presso il grande pubblico della disciplina, seguita ormai anche dai media nazionali.
Francesco Di Tommaso
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