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Riscaldamento globale e cambiamenti climatici

Il grafico illustra il cambiamento della temperatura superficiale globale rispetto alle temperature medie del periodo 1951-1980, con l’anno 2020 in parità con il 2016. (fonte Nasa)

Numerosi gruppi di ricerca osservano da molto tempo la Terra e hanno raccolto molte informazioni sui cambiamenti dell’atmosfera, degli oceani e dei ghiacci presenti in alcune zone del pianeta. Tutti gli studi indicano che la Terra si sta riscaldando: questo evento è denominato riscaldamento globale.
Di seguito un elenco di prove evidenti che dimostrano che è in atto questo riscaldamento globale.
La temperatura media della superficie del pianeta è aumentata di circa 1 grado Celsius dalla fine del XIX secolo. La maggior parte del riscaldamento si è verificato negli ultimi 40 anni: negli ultimi sette anni si sono registrate temperature medie più alte rispetto al passato.

L’oceano ha assorbito gran parte del calore: si stima che dal 1969 la temperatura degli stati superficiali degli oceani abbia subito un incremento di 0,33 gradi Celsius. Può sembrare poca cosa, ma in realtà questo
rapido mutamento può innescare gravi conseguenze negli ambienti marini.
Le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide si sono ridotte. I dati del Gravity Recovery and Climate Experiment della NASA mostrano che la Groenlandia ha perso in media 279 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno tra il 1993 e il 2019, mentre l’Antartide ha perso circa 148 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno nello stesso periodo.

Ghiaccio marino artico nel 1984 (foto a sinistra) e nel 2012 (foto a destra). (fonte Nasa)

I ghiacciai si stanno ritirando quasi ovunque nel mondo, dalle Alpi all’Himalaya, dalle Ande alle Montagne Rocciose, in Alaska e in Africa.
Globalmente il livello del mare è aumentato di circa 20 centimetri nel secolo scorso. La rapidità con cui questo livello è aumentato negli ultimi due decenni è quasi il doppio di quello del secolo scorso e accelera leggermente ogni anno.
È aumentato il numero di eventi estremi quali alluvioni, periodi di siccità, trombe d’aria.
Secondo dati forniti da AGI (Agenzia Giornalistica Italia), in Italia nel 2021 si sono verificati 187 fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nei territori con 9 morti e dal 2010 questi eventi estremi sono stati 1.181 con 264 vittime e danni rilevanti in 637 comuni.
Dati sullo stato del clima in ’Italia sono disponibili sul sito dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente pubblico di ricerca che monitora lo stato del territorio e del mare in Italia (www.isprambiente.gov.it ). Dati che riguardano la situazione mondiale sono disponibili sul sito della NASA, National Aeronautics and Space Administration, in italiano: Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche (https://climate.nasa.gov ).
La maggior parte degli studiosi del clima sono convinti che le cause del riscaldamento globale siano da ricercarsi nella presenza dei cosiddetti gas serra (diossido di carbonio, metano, ossidi di azoto) e di umidità nella nostra atmosfera. Questi gas agiscono un po’ come il vetro di una serra: catturano il calore del Sole, impedendogli di ritornare a disperdersi nello spazio (effetto serra). Molti di questi gas sono presenti naturalmente nell’atmosfera, ma alcune attività umane, come l’uso di combustibili fossili, la deforestazione, l’allevamento del bestiame, aggiungono enormi quantità di gas serra a quelle normali, alimentando l’effetto serra e il riscaldamento globale. I più grandi esperti di clima a livello mondiale ritengono che le attività umane siano quasi certamente la causa principale dell’aumento delle temperature osservato dalla seconda metà del Novecento.
Nel corso di milioni di anni, la Terra si è riscaldata e raffreddata molte volte. Tuttavia, oggi il pianeta si sta riscaldando molto più velocemente di quanto non sia mai accaduto prima. Questo rapido aumento di temperatura può innescare gravi conseguenze su tutti gli ambienti terrestri e sulle manifestazioni del clima.
Gli ambienti della Terra sono in pericolo. Se gli esseri umani possono difendersi, almeno in parte, dalle variazioni di temperatura e dai cambiamenti climatici modificando l’ambiente in cui vivono, la maggior parte dei viventi non può farlo. Le piante e gli animali che hanno più difficoltà ad adattarsi alle nuove condizioni sono a rischio di estinzione. Per esempio, la fusione dei ghiacciai, oltre a causare il lento innalzamento del livello del mare e la scomparsa di alcune aree costiere, minaccia direttamente la sopravvivenza degli orsi, obbligati a vivere in un territorio sempre più ridotto e con caratteristiche totalmente diverse. Al posto della banchisa, sono comparsi lastroni di ghiaccio mobili, su cui è pericoloso spostarsi. Trovare prede di cui cibarsi è sempre più difficile e non è raro che gli orsi affrontino lunghi mesi di digiuno.

Orso in cerca di cibo tra lastroni di ghiaccio.

Il cambiamento climatico è un problema globale che non può essere risolto da una sola nazione ma richiede un intervento da parte di tutti i Paesi della Terra. Per tale motivo nel 1992 è stata redatta la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici che è un accordo ambientale internazionale con cui i Paesi firmatari hanno sottoscritto impegni per ridurre le cause del riscaldamento globale. Per valutare il progresso nel controllare il cambiamento climatico, ogni anno si organizza un incontro tra le parti firmatarie, noto come COP, acronimo di Conference of Parties.
Il ventiseiesimo COP si è tenuto a Glasgow nel novembre 2021, con la presidenza affidata al Regno Unito in partenariato con l’Italia. Negoziatori ed osservatori si sono riuniti per due settimane e i risultati ottenuti non hanno soddisfatto pienamente le aspettative ma è la prima volta che questioni come quelle presentate in questo articolo hanno raggiunto una chiara condanna in un testo negoziale.
L’obiettivo 13 dell’Agenda 2030, di cui ho parlato in qualche altro articolo, è strettamente legato alla lotta al cambiamento climatico.

Come cittadini possiamo fare molto, anche modificando alcune abitudini quotidiane, per contribuire a questo obiettivo.
Si possono ridurre gli sprechi energetici mantenendo la temperatura della propria abitazione, in inverno, al di sotto dei 20°C. Bisogna illuminare gli ambienti senza eccessi, è necessario acquistare e utilizzare lampadine e elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Bisogna ridurre il trasporto in auto e l’uso del carburante, andando a piedi quando possibile, usando la bicicletta, servendosi di mezzi pubblici, condividendo la macchina con amici e colleghi.
Si può allungare la vita degli oggetti quotidiani riutilizzandoli più volte o destinandoli ad un uso alternativo prima di decidere di buttarli. È necessaria molta energia per riscaldare l’acqua quindi si può provare ad usare meno acqua calda, ad esempio preferendo la doccia al bagno, scegliendo temperature più basse per i lavaggi in lavatrice e così via. Anche l’allevamento degli animali comporta la produzione di molti gas a effetto serra. Si dovrebbe ridurre il consumo di carne stabilendo almeno due o tre giorni alla settimana senza carne. Avendone la possibilità, si può installare un impianto a energia rinnovabile nella propria abitazione.
Riflettendo bene, tutte queste raccomandazioni fanno bene al pianeta ma anche alle nostre tasche e alla nostra salute.
Purtroppo, in Italia pochi conoscono le questioni legate ai cambiamenti climatici, per cui uno dei primi compiti è parlarne, parlarne, parlarne…

Ernesta De Masi.

 

 

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