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“Le Signorine”: la magia del teatro – La recensione

Diventa davvero difficile fare la recensione di uno spettacolo come “Le Signorine”, andato in scena, ieri sera, al teatro “De Filippo” di Agropoli.

In ogni pièce teatrale, quando si apre il sipario, si avverte un senso di sacralità. È l’autorevolezza dello spettacolo dal vivo. Nel caso de ” Le Signorine”, scritto da Gianni Clementi , diretto da Pierpaolo Sepe e interpretato da Giuliana De Sio e Isa Danieli, la sensazione di assistere al Teatro, quello vero, rimane per tutta la durata dello spettacolo e anche dopo.

Ecco perché è arduo spiegare a parole ciò che accade in due ore sul palcoscenico. È uno spettacolo che va visto, più che raccontato perché la storia di Addolorata ( Giuliana De Sio) e Rosaria ( Isa Danieli), due sorelle “zitelle”, rivive attraverso un’interpretazione sentita e totale delle due attrici. Ci sono una sintonia e un tempo comico sempre perfetto che ti pare di vederle nella realtà quelle due sorelle, mai sposate e sempre, contraddittoriamente in simbiosi tra loro.

Rosaria, tirchia e dedita al proprio lavoro, redarguisce e giudica la povera Addolorata che vorrebbe ribellarsi all’apparente regime ferreo della sorella, ma, come spesso accade nei rapporti stretti di parentela, è tormentata dai sensi di colpa per voler condurre una vita diversa. I suoi slanci di ribellione si riducono a qualche rivista presa in prestito dalla parrucchiera e a telefonate fugaci con un cartomante in TV, a cui Sergio Rubini ha prestato la voce.

Ma tra Rosaria e Addolorata c’è di più dei continui battibecchi. C’è una quotidianità vissuta da così tanto tempo che è difficile da slegare, c’è un difetto fisico ( una zoppìa causata dalla poliomielite) che le accomuna, le divide e fa ridere il pubblico perché, come dice Rosaria, se vanno in giro insieme ” una pende da una parte e una dall’altra”. Un modo per ridere sì, ma anche per riflettere.

Ed è questo che fa ” Le Signorine”, alterna momenti di risate e momenti di profonda riflessione con un primo atto in cui lo spettatore impara a conoscere le protagoniste, ridendo con loro come se fossero parenti, sapendo che tra le due “zitelle” potrebbe continuare così per secoli.

È nel secondo atto, però, che sia le protagoniste sia il pubblico vengono a conoscenza di cosa può riservare la vita e come può reagire un legame così forte, ma così contraddittorio.

Senza voler anticipare nulla a chi ancora non ha visto lo spettacolo, il pubblico del ” De Filippo” di Agropoli può, di sicuro, affermare che è stato saggio il direttore artistico Pierluigi Iorio a corteggiare per quattro anni questo spettacolo e a volerlo fortemente nella sesta stagione teatrale, forse quella che ricorderemo di più.

L’emozione di assistere al vero teatro rende ancora più evidente l’importanza di tutelare e finanziare un settore che fa arte con le parole e con la rappresentazione scenica della realtà. Siamo essere umani che hanno bisogno di emozioni e di vita, quella vera, quella che ieri sera ha inondato il palco del De Filippo, facendo ridere e piangere un pubblico che ha bisogno di tornare ad esistere, proprio come accade alle nostre, ormai care amiche, “Signorine”.

Barbara Maurano

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Una risposta

  1. Giuliana ha detto:

    Sinceramente, a parte l’indubbia bravura delle due attrici, lo spettacolo è piuttosto sgradevole. Una commedia? Divertente? Ma quando?
    Il primo tempo (un’ora e più) non è altro che una continua ripetizione dello stesso concetto. Il secondo atto diventa quasi un film dell’orrore!
    Ma la cosa che mi ha veramente fatto rivoltare lo stomaco è stato l’attacco razzista e gratuito verso le donne moldave, accusate dei peggiori comportamenti con offese ed insulti!
    Posso anche capire che si tratti di pregiudizi diffusi ma ciò non autorizza nessuno a reiterarli e men che meno su un palcoscenico nazionale. Vergogna!

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