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Epifania: l’attesa della manifestazione

Che cosa significa, per voi, Epifania? Il 6 Gennaio, per me, è stata sempre una data dai sentimenti contrastanti. Da bambina c’era l’ attesa del regalo della Befana, che attutiva la malinconia della fine delle feste natalizie. Si alternavano momenti di spensieratezza per il regalo ricevuto e attimi di tristezza nel pensare di dover tornare alla vita di tutti o giorni.

Già dalla sera del 5 iniziava la trepidazione per l’attesa della Befana. Sapere che sarebbe entrata di notte nella mia stanza, mi metteva un po’ di ansia e stavo lì nel letto a cercare di non addormentarmi nel tentativo di vederla. Puntualmente non ci riuscivo e, pur dormendo sonni agitati, la Befana riusciva sempre a farla franca. Sconfitta, ma felice di avere il mio regalo, trascorrevo la mattina a giocare serenamente, fino all’ora di pranzo, quando iniziavo a pensare all’indomani, al ritorno a scuola e la serenità svaniva di colpo.

Mi piaceva andare a scuola, ma la libertà delle vacanze è una sensazione che, perfino oggi, difficilmente riesce ad abbandonarmi. Con questi sentimenti contrastanti andavo in Chiesa, dove il prete, durante l’ omelia, faceva il resoconto dei morti e dei nati del vecchio anno ed elencava le festività religiose dell’anno appena iniziato. Era un momento che racchiudeva tutto il mio contrasto interiore. In quei freddi elenchi si citavano persone passate a miglior vita e nuove nascite, quasi come se fossimo tutti sul fiume Acheronte. In più, per una festività che andava via, il prete già ne elencava due, tre da festeggiare nel prossimo anno, un po’ per dirti che non c’era da stare tristi, un po’ per organizzarsi mentalmente.

E poi il momento clou era il passaggio della stella che attraversava la navata principale. Sulle note di “Tu scendi dalle stelle” la stella, formata da tante luci, attraversava il cielo della navata, sancendo definitivamente la fine delle feste. Ecco il segno che aspettavano tutti per tornare alle proprie case e alla vita di tutti i giorni.

Questa era più o meno la mia epifania da bambina e, forse, negli anni, il 6 Gennaio è rimasto sempre un giorno dai sentimenti contrastanti. Del resto il termine greco ἐπιϕάνεια significa proprio “manifestazione”. I Greci lo utilizzavano per indicare l’azione di una divinità che palesa la sua presenza attraverso un segno: una visione, un sogno, un miracolo. Come l’ epifania di Asclepio, divinità sanatrice, che si manifestava al paziente, per lo più in sogno.  E, quest’ anno, ce ne sarebbe davvero bisogno.

Nelle nostre vite cerchiamo tutti una manifestazione, un segno che ci indichi la strada.

Il giorno dell’ Epifania, per me, quella manifestazione era la stella che attraversava la navata perché mi ricordava che, volente o nolonte, dovevo abbandonare il passato e iniziare un nuovo anno.

Non mi sono mai chiesta che cosa accadesse nelle altre chiese il giorno dell’ Epifania. Poi, un giorno, per caso, ho capito che solo nella chiesa di Castellabate “cammina la stella”. Sarà stata, forse, questa la vera “manifestazione”?

Barbara Maurano

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Una risposta

  1. Antonella ha detto:

    Complimenti per l’articolo!

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