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Regole e chiarezza per i teatri, tra Green pass e tamponi

Molte persone, in questi giorni, mi fanno le domande più disparate riguardo al teatro, alle capienze, alle misure da adottare per poter assistere a uno spettacolo. Proverò, dunque, qui a fare un breve ma dettagliato vademecum, per conoscere le disposizioni governative. D’altronde, il titolo della mia rubrica lo impone.

Partiamo da un dato incontrovertibile: per assistere a uno spettacolo teatrale è necessario essere in possesso del Green pass rafforzato (detto anche super Green pass). C’è ancora chi fa confusione tra i vari tipi di Green pass dei quali il nostro governo ci ha parlato; credo ciò derivi soprattutto dal fatto che la comunicazione non riesce a star dietro agli avvenimenti che si susseguono molto velocemente.

Diamo allora un senso alle definizioni. Allo stato attuale abbiamo tre tipi di Green pass.

  1. Green pass base.

É la Certificazione verde COVID-19 per vaccinazione, guarigione, test antigenico rapido o molecolare con risultato negativo. Con la stretta dell’ultimo decreto-legge del 30 dicembre, il Green pass “da tampone” servirà per pochissime attività, e certamente non per andare a teatro o al cinema.


2. Green pass rafforzato.


È la certificazione verde COVID-19 per vaccinazione o guarigione; non include, quindi, l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare. È quello che c’interessa di più, perché solo con questo tipo di Green pass possiamo accedere a teatro o a cinema. Anche chi ha ricevuto solo la prima dose (o unica nel caso di Johnson & Johnson) ha diritto al Green pass rafforzato. La certificazione viene generata 12 giorni dopo la prima somministrazione e sarà valida a partire dal 15esimo giorno. Quando farà, in seguito, la seconda dose dovrà scaricare di nuovo il Green Pass.
Dunque, in soldoni, l’accesso alle sale teatrali e cinematografiche sarà consentito solo alle persone che hanno ricevuto il vaccino o sono guarite dalla malattia.

        3. Green pass booster

É la Certificazione verde COVID-19 rilasciata dopo la somministrazione della dose di richiamo, successiva al completamento del ciclo vaccinale primario. Serve per accedere alle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice; in una parola, le RSA, che all’inizio della pandemia sono diventate tristemente note per i numerosi focolai verificatisi.
In ogni caso, credo sia fondamentale completare il ciclo vaccinale anche con la dose cosiddetta Booster (terza dose di richiamo). È scientificamente provato che nei soggetti con terza dose, il virus attacchi in maniera molto più blanda.

I minori di 12 anni non hanno obbligo di presentare all’ingresso il Green pass; lo stesso dicasi per coloro che hanno un’idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con la circolare del 4 agosto 2021 del Ministero della Salute.


Passiamo ora a un’altra questione che preoccupa soprattutto gli addetti ai lavori: le capienze.
Al momento, secondo le disposizioni governative, le capienze di teatri e cinema sono al 100%. Possiamo quindi ospitare il nostro pubblico secondo il massimo della capienza delle nostre sale. Un po’ di confusione è venuta fuori con l’ultimo decreto-legge datato 30 dicembre 2021 che, mentre amplia l’obbligo del Green pass rafforzato per alcune attività fino a quel momento esenti, dal 10 gennaio 2022 restringe le capienze degli “impianti” (testuale da nota stampa del governo) al 50% per quelli all’aperto e 35% per quelli al chiuso. Trattasi chiaramente (e solamente) di impianti sportivi; si parla di stadi e palazzetti dello sport, non certo di teatri e cinema che continueranno a mantenere le capienze al 100%. Dirò di più: i nostri teatri potranno mantenere detta capienza anche in eventuale zona gialla e finanche arancione, per via del fatto che “il green pass rafforzato è richiesto in zona bianca, in zona gialla e in zona arancione per accedere ad attività e servizi che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni sulla base della normativa vigente, e nel rispetto della disciplina della zona bianca” (tra le virgolette testo di FAQ governative).

Dunque, a meno di restrizioni attuate dagli enti locali, a oggi le disposizioni sono queste.
Oltre al Green pass rafforzato, per accedere nei teatri e nei cinema è necessario indossare una mascherina di tipo FFP2, che ha un forte potere filtrante e, se indossata correttamente, riduce la possibilità del contagio dello 0,1%.

Qualcuno mi ha chiesto: “perché a teatro si e allo stadio no”? È molto semplice. Allo stadio i tifosi incitano i propri beniamini urlando e abbracciandosi al gol della propria squadra del cuore. A teatro si sta seduti al proprio posto, fermi, con la mascherina e senza possibilità di interagire con gli altri spettatori, intenti, come siamo ad assistere allo spettacolo.
Fin qui, le regole.

Ora, se permettete, il mio pensiero.
Credo fortemente che i teatri debbano rimanere aperti e possano essere frequentati in sicurezza. Viviamo giorni difficilissimi, come se fossimo in guerra. Lo stesso Eduardo De Filippo si esibiva nei teatri aperti durante la seconda guerra mondiale, portando messaggi di speranza e di normalità, divertendo, commuovendo e facendo riflettere il pubblico. Un teatro aperto ha una enorme importanza sociale. Noi abbiamo il dovere di alleviare le pene di chi combatte con la vita di tutti i giorni, intrisa di incertezze e paure, ma anche di regalare un sorriso a chi, più semplicemente, ha voglia di divertirsi e riflettere con noi. Dunque, andiamo a Teatro, l’ultimo baluardo della felicità.

Pierluigi Iorio

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Una risposta

  1. Andrea Carraro ha detto:

    Sono perfettamente d’accordo che un teatro aperto è segno di vita e ottimismo.
    Certo non ci si sente completamente ad agio con una mascherina ma se è garanzia di libertà soprattutto mentale è un dazio che si può pagare!

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