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Civitanova Marche e il lato oscuro della natura umana

Il brutale fatto di cronaca avvenuto nella cittadina marchigiana di Civitanova Marche, nel pomeriggio afoso di venerdì 29 luglio 2022, ha inquietato l’opinione pubblica, tanto per le modalità violente e crudeli messe in atto dall’assassino nei confronti della vittima, quanto per l’indifferenza dimostrata dai passanti/spettatori: c’è stato chi è passato con nonchalance, senza fermarsi per intervenire a sedare gli animi, e c’è stato, addirittura, chi ha ripreso con il proprio smartphone tali accadimenti, animato da curiosità, piuttosto che da preoccupazione. Nessuna di queste persone ha separato l’offender dalla vittima.

Veniamo alla dinamica dei fatti: in un primo momento, si è detto che il trentanovenne ambulante nigeriano, Alika Ogorchukwu, avrebbe rivolto degli apprezzamenti alla donna che accompagnava il giovane salernitano, Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. Successivamente, si è appurato che Alika era intento a chiedere l’elemosina, dopodichè si sarebbe allontanato: il Ferlazzo, però, lo ha inseguito, avventandosi contro di lui, brandendo la stampella che serviva al giovane africano per camminare. Questa stampella è stata l’oggetto contundente che poi è risultato letale per Ogorchukwu.

L’aggressione è stata particolarmente brutale, sia per la violenza dei colpi inferti dal Ferlazzo nei confronti del povero Alika, poi stramazzato al suolo, sia per il cinismo utilizzato, successivamente, dal Ferlazzo nei confronti del ragazzo nigeriano. Il giovane salernitano, dotato di corporatura robusta, dopo l’aggressione si è seduto sulla testa di Alika, già rantolante al suolo, schiacciandogliela e derubandolo del proprio cellulare. Tutto è avvenuto in circa quattro minuti.

Dopo aver commesso il crimine, il Ferlazzo è stato tratto in arresto dagli agenti della Squadra Mobile di Macerata.

Le ipotesi di reato contestate al Ferlazzo sono quelle dell’omicidio volontario e della rapina: reati di particolare gravità e impatto sociale, con cui il Ferlazzo dovrà adesso fare i conti.

In seguito a questo efferato fatto di sangue, la comunità nigeriana locale ha tenuto una manifestazione di protesta per le piazze e le strade di Civitanova Marche.

Gli elementi fondamentali di valutazione della vicenda in oggetto sono diversi:

a) la materializzazione dell’ennesimo atto di violenza omicida, in questi anni 2020, per le strade e per le piazze delle città italiane;

b) la non accettazione dell’altro, del diverso, del migrante, in quanto nemico da combattere e da annientare;

c) l’elemento razziale che spesso connota delitti di tale efferatezza, come è stato anche nel caso dell’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte, avvenuto a Colleferro, il 6 settembre 2020;

d) l’indifferenza con cui la gente assiste ad eventi così violenti, quasi somatizzando la violenza al proprio interno;

e) i media, che sono utilizzati come propaggini di sé stessi (smartphone, videocamere e macchine fotografiche rappresentano, molto spesso, le “estensioni protesiche” teorizzate dal sociologo e filosofo canadese Marshall McLuhan), a volte, sono tesi alla “spettacolarizzazione degli eventi”: tutto ciò ingenera una “morbosità socio-virtuale” che sostituisce, come nel caso dell’omicidio di Civitanova Marche, comportamenti appropriati, come l’assistenza, la solidarietà e l’aiuto.

Purtroppo, molto spesso, violenza e media agiscono sincronicamente, “materializzandosi” in forme differenti, radicalizzando sempre di più degli atteggiamenti con cui viene “banalizzata” la realtà o, addirittura, distorta o manipolata.

 

Simona Di Lucia.

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