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Andiamo a teatro!

In questo nostro primo appuntamento mi piace parlarvi del Teatro in senso generale.


In termini concettuali, Teatro è Comunità, una sorta di patto che viene stipulato tra attori e spettatori. D’altronde, il Teatro è del Pubblico fin dai tempi di Goldoni, quando a Venezia si apre il primo teatro a un pubblico pagante. Proprio con gli spettatori intendiamo intraprendere un percorso comune, fatto di cultura, di erudizione, di conoscenza, ma anche di intrattenimento.

Chiunque operi, a vario titolo, in questo settore deve avere ben presenti nella propria mente Bellezza ed Equilibrio, al fine di riprodurli negli occhi di spettatori non indifferenti; solo in questo modo, palcoscenico e platea saranno, insieme, attori di una rinascita sociale e culturale, e proveranno a costruire un mondo migliore.

In termini letterari, Teatro è una parola meravigliosa, di derivazione greca, che indica sia la proposizione di un evento spettacolare dal vivo sia il luogo nel quale si assiste all’evento. Prosa, musica, danza e qualsiasi altra possibilità di creare una performance dal vivo sono Teatro. Già prima del V secolo a.c., i greci rappresentavano spettacoli a sfondo religioso, in onore di Dioniso, nei loro straordinari teatri, veri e propri esempi di perfezione architettonica, visuale ed acustica. Il Teatro di Epidauro, capace di ospitare 15.000 spettatori, ne è un fulgido esempio.

Con il tempo, i teatri cambiano, assumono altre forme architettoniche e continuano a ospitare varie forme di spettacolo. Dopo il Medioevo, periodo molto buio per il Teatro (e non solo), dal ‘700 la prosa cede il passo al Melodramma e nell’800 Verdi e Puccini sono i nuovi “eroi”: nei teatri non si rappresenta altro. Con la nascita del cinema, prima muto (le pellicole vengono accompagnate da un pianista in sala che esegue la colonna sonora “dal vivo”), poi sonoro, dove pensate vengano proiettate le pellicole? Ma in Teatro, ovviamente! Anche le proiezioni cinematografiche prendono il sopravvento sulla prosa e sulla musica, ma tra una proiezione e l’altra si dà la possibilità alle compagnie teatrali di esibirsi per pochi minuti per sbarcare il lunario, mentre si riavvolge la “pizza”. È l’avanspettacolo.

Il Teatro, dunque, ne ha viste e passate tante, compresi gladiatori e naumachie (battaglie navali) nell’Anfiteatro Flavio (il Colosseo) riempito d’acqua, fino ad arrivare alle partite di calcio proiettate su schermo nei tempi attuali, sebbene non sia luogo deputato per questo genere di eventi. Il Teatro, dunque, ha un enorme spirito di adattamento, proprio perché specchio dell’umanità.

Così come l’uomo si adatta alla pandemia, indossando mascherine, lavando spesso le mani ed evitando assembramenti, così il Teatro vi si adatta allo stesso modo, studiando le migliori soluzioni per vivere la cultura teatrale in totale sicurezza. Oggi le capienze sono state riportate al 100% e dunque possiamo assistere di nuovo a spettacoli in piena sicurezza, esibendo il green pass e indossando la mascherina.


Sono fermamente convinto che la rinascita che il Teatro sta vivendo dopo molti mesi di chiusure e limitazioni, stia dando a tutti i cittadini il senso di comunità ritrovata. Anche ad Agropoli abbiamo constatato che tale affermazione è felicemente vera: la Stagione Teatrale del Cineteatro “De Filippo” sta dando grandi risultati i termini di presenze e di emozioni, come a rafforzare il concetto che seduti sulle poltrone dei nostri teatri siamo davvero di nuovo liberi!

Per tutti i motivi fin qui esposti, il Teatro (r)esisterà finché esisteranno gli umani; fino a quando ci sarà un uomo disposto a raccontare e un altro disposto ad ascoltare.

Pierluigi Iorio

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