Skip to content

La guerra cambia il mare

*Napoli e il suo Mare*

Per la prima volta *le Giornate del Mare di Limes,* giunte alla IV edizione, si terranno a Napoli. L’evento, aperto al pubblico, si svolgerà *il 16 e il 17 settembre nella splendida cornice di Palazzo Reale*. Il tema dell’iniziativa è “La guerra cambia il mare”. Il suo scopo è contribuire al *rafforzamento della coscienza marittima in Italia.* Per prendere atto dell’importanza che il Mediterraneo ha per il nostro paese, volgere questo specchio d’acqua in risorsa e contare di più nelle partite regionali e mondiali.

*L’ex capitale affacciata sul golfo e gli scenari che minano gli oceani*

di *Lucio Caracciolo*

Perché Napoli non è la capitale d’Italia? Avrebbe senz’altro potuto diventarlo dopo il 1861, comunque prima che le nostre truppe strappassero Roma al papa. Fra i ministri di Vittorio Emanuele II vi era una forte corrente a favore della massima metropoli italiana, se proprio bisognava abbandonare Torino al suo destino periferico. Il re alla fine optò nel 1864 per Firenze, in marcia di avvicinamento verso Roma. Per molte ragioni, tra cui una strettamente militare: il mare bagna Napoli. Una capitale affacciata sul suo magnifico golfo sarebbe stata esposta al rischio di sbarco nemico preceduto da bombardamento dal mare, stile inglese. In poco tempo il centro del potere italiano sarebbe potuto cadere in mano all’invasore.

È anche sull’onda di questa memoria che Limes ha scelto Napoli per la sua nuova edizione delle Giornate del Mare, festival geopolitico internazionale che ogni anno si propone di stimolare il dibattito pubblico sulla dimensione marittima del nostro paese. E sulle grandi partite strategiche, economiche e ambientali che si giocano intorno all’acqua, elemento dominante (71 per cento) della superficie planetaria. L’obiettivo primario di questi incontri è ricordare a noi stessi che l’Italia è una quasi isola, affacciata sul mare salvo la connessione/ barriera alpina con il resto d’Europa. Per dirla con il titolo del volume di Limes che tre anni fa lanciò questo percorso: “ L’Italia è il mare”. Il guaio è che non lo sa, o non lo vuol sapere. Ma non ci arrendiamo.

Il titolo di questa edizione, che si inaugura sabato 16 alle 10 a Palazzo Reale con la mostra delle carte di Laura Canali, dice tutto: “ La guerra cambia il mare”. Tema che parte dalla dimensione marittima della guerra russo- ucraina e della tensione – quasi pre-guerra – fra Cina e Stati Uniti. L’Italia è direttamente coinvolta dalla prima e rischia di esserlo anche dalla seconda. L’aggressione russa all’Ucraina ha mosso gli equilibri mediterranei. Questione per noi vitale: senza libera navigazione nel nostro mare siamo condannati. Un paese che ha poche materie prime e indirizza buona parte della sua produzione all’esportazione ha bisogno di poter commerciare liberamente. Se dopo aver sconvolto il Mar Nero – con effetti devastanti ad esempio sulle esportazioni di grano ucraino – il conflitto dovesse coinvolgere l’intero Mediterraneo, con la chiusura di Gibilterra e Suez oltre che degli Stretti turchi, finiremmo soffocati. Oggi più che mai il mare di casa va inteso come stretto fra Atlantico e Indo- Pacifico, dove scorrono le rotte commerciali per cui passano i nove decimi delle merci su scala globale. Insomma il Mediterraneo è Medioceano. Quanto alla contesa fra Cina e Stati Uniti, il suo epicentro è nei mari cinesi, presso l’incrocio fra Pacifico e Indiano, oceani ormai contratti nella definizione strategica di Indo- Pacifico. Qui ogni giorno mezzi aeronavali cinesi e americani si sfiorano. Una scintilla potrebbe provocare incendi difficilmente controllabili. La prospettiva di un attacco cinese a Taiwan evoca scenari poco rassicuranti. Questioni esotiche? Nemmeno per idea. Anzitutto perché una guerra sui mari indopacifici avrebbe conseguenze globali. Poi perché in quanto associata all’impero americano l’Italia è chiamata a fare la sua parte. Ad esempio, la nostra portaerei Cavour, con il suo gruppo navale, visiterà fra non molti mesi il teatro Indo-Pacifico. Nell’incontro di Palazzo Reale protagonisti ed esperti tratteranno poi delle dimensioni classiche e nuove delle partite geopolitiche che ruotano attorno al mare. Per esempio la sicurezza dei gasdotti e dei cavi Internet che passano attorno allo Stivale. E naturalmente le migrazioni. Ma poi tutto tornerà attorno a Napoli e al suo mare, nella tavola rotonda “ Il mare bagna Napoli: l’importanza di essere Tirreno”. E ciascuno di noi si farà un’idea sulla decisione con cui re Vittorio Emanuele cambiò il destino di Napoli e dell’Italia.

diamo notizia di questo importante evento attraverso le parole del suo ideatore, il giornalista   *Lucio Caracciolo*

tratto da LIMES

grazie al Prof. Arturo Tagliacozzo per la segnalazione

Potrebbero interessarti anche...

2 risposte

  1. Fulvio Di Matteo ha detto:

    Il Mediterraneo è stato il cuore
    (in tutti i sensi) del VecchioMondo!
    Se la timida e appannata EUROPA
    resiste forte e compatta, potrebbe portare al tavolo delle trattative anche Russia e Cina, che non disdegnano il MercatoEuopa!

  2. Fulvio Di Matteo ha detto:

    correggo : il MercatoEuropa, inteso come somma dei Mercati degli Stati componenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *