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Megalite: arte, scienze e magia

Le costruzioni megalitiche rappresentano una delle più antiche testimonianze dell’intervento dell’uomo sulla natura. Stoici e imponenti, questi massi sono piantati nel terreno da migliaia di anni, rappresentando una delle prime forme d’arte, e uno dei misteri più affascinanti nello studio della preistoria.

La prima immagine che ci salta in mente, quando sentiamo parlare di megaliti, è sicuramente quella di Stonehenge, nello Wiltshire, nel nord dell’Inghilterra. Si tratta probabilmente del sito neolitico più famoso, risalente al 3000 a.C. Stonehenge si pensa sia un “calendario astronomico” legato al solstizio d’estate, quando il sole, all’alba del 21 giugno, si allinea con le grandi pietre del circolo preistorico.

Ma in Europa si trovano almeno 35.000 strutture di questo genere, collocate specialmente lungo le coste. Le tipologie principali sono i menhir e i dolmen; i primi sono dei monoliti, spesso molto alti, piantati singolarmente nel terreno, posti a volte l’uno accanto all’altro, a formare delle file; i dolmen, invece sono monumenti tombali composti solitamente da un gruppo di monoliti ravvicinati, sopra i quali viene appoggiato un altro masso dalla forma più piatta.
Anche in Italia ci sono molti esempi di megaliti legati però al solstizio d’inverno.
Argimusco è meglio conosciuta come la Stonehenge d’Italia. Si trova in Sicilia, nel borgo di Montalbano Elicona, uno dei Borghi più belli d’Italia.

Un esempio di dolmen in Italia si trova in Puglia nel Salento.

Anche nel Cilento, sul monte Stella c’è un megalite chiamato “Petra ru mulacchio” che nel dialetto cilentano significa “Pietra del figlio illegittimo”. La Pietra era luogo in cui venivano svolte pratiche popolari: le donne entravano nei due stretti passaggi tra le rocce e li percorrevano curando di sfiorare con il ventre la pietra accarezzata dal sole, garanzia di fertilità. Così la Pietra teneva fede nell’immaginario collettivo alla sua fama ancestrale, legata a culti e pratiche risalenti alla Preistoria. E rimasti in qualche modo attuali fino agli anni Cinquanta del secolo scorso.

Dopo di allora quell’antica tradizione era caduta in disuso come la frequentazione della Petra, di cui si stava perdendo memoria. Fin quando, nel 1985, quel luogo era stato riconosciuto nella sua particolarità dal professore Amedeo La Greca, che aveva fatto conoscere oltre al comprensorio del monte Stella anche questo straordinario sito archeologico, uno dei rari monumenti megalitici presenti in Italia.

La Petra risale all’inizio del II millennio a.C. ed è costituita da tre grandi massi che si sono separati da un singolo blocco per cause naturali: tra questi tre massi, si sono formate due “gallerie”. Tuttavia, la Petra è stata modificata dal lavoro dell’uomo: grosse pietre sono state incastrate in posizioni precise tra i tre blocchi originari, o poste a generare un piano di copertura del complesso. Il sole, battendo sulle pietre, vi proietta raggi di diverso spessore in base al periodo dell’anno: il raggio di sole risulta lungo quanto tutto l’arco della galleria nel giorno più corto dell’anno, il 21 dicembre invece risulterà molto più corto a giugno, mese del solstizio d’estate. La Petra così è divenuta un raffinato “calendario di pietra”, che indica con straordinaria precisione la data del “solstizio d’inverno”.
Per questo il sito di Monte Stella è stato equiparato ad uno Stonehenge cilentano.

Mariaconsiglia Di Concilio

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