Educazione sessuale: lo strano tabù che spaventa i grandi
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Ci sono bambini che sanno di essere nati sotto un cavolo e altri che si trovano nella loro famiglia grazie ad una cicogna. Divertente vero?Ci sono persone che usano il preservativo e altre che non lo fanno perché “tanto stanno attenti”; ecco questo è meno divertente.
Quali paure abbiamo nel parlare di sesso o meglio di educazione sessuale? Dovrebbe esserci più informazione per il bene di tutti. Da piccoli ci propinano favole e teorie che non quadrano, ci parlano di api e fiori, ma nel concreto cosa resta nella testa di un bambino? Arrossiamo quando ci viene chiesto perché due uomini si baciano, cambiamo canale quando in TV compare una scena hot e siamo in compagnia di altre persone. L’Educazione Sessuale altro non fa che informare. Nelle scuole in primis è forte il bisogno di sapere per preparare i ragazzi ad affrontare la quotidianità. Non c’è una fascia più adatta di un’altra per parlare di certe cose, ci sono programmi studiati ad hoc.
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Secondo il buon Freud il bambino attraversa varie tappe dello sviluppo psicosessuale, quindi, già da un anno di vita, ricerchiamo il piacere nutrendoci. Ora senza scomodare i grandi della scienza che studia la mente, possiamo dare uno sguardo alle statistiche recenti per accorgerci che l’età media del primo rapporto sessuale si è abbassata notevolmente. Molti teenager si documentano su internet o chiedono all’amica/o più esperta/o, cosa sbagliatissima. Così facendo avranno linee guida alterate, pressoché inutili e a volte pericolose.
Il web fornisce una visione distorta della realtà, in ogni campo, quindi è meglio affidarsi ad un professionista. I genitori spesso non si sentono pronti ad affrontare certi discorsi con i figli (di qualsiasi età), ma prima della scuola sono loro a dover trasmettere informazioni corrette.
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Come suggerisce l’OMS negli Standard per l’educazione sessuale, i bambini e gli adolescenti hanno il diritto di ricevere informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità. Quindi bisogna rispondere onestamente alle curiosità di chi si affaccia al mondo. Ancora l’OMS asserisce che ricevere le giuste risposte “ aiuta a sviluppare atteggiamenti rispettosi ed aperti che favoriscono la costruzione di società eque”. Perché il rispetto di sé stessi e degli altri è fondamentale come il consenso.
Entrare in quest’ottica non è semplice perché purtroppo sono forti, ancora oggi, tabù e convinzioni errate, ma nulla è impossibile. L’importante è attingere informazioni da fonti certe: sessuologi. Sì, questa figura mitologica, mezzo psicologo e mezzo medico, che dedica anni della sua vita a studiare e poi divulgare tutto ciò che è inerente a quel processo che fisiologicamente appartiene alla vita di tutti, aiutando ad accettare e accettarsi, a conoscere i propri limiti e modificarli, a scoprire che la normalità è solo una convenzione.
Roberta Di Tommaso
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Roberta Di Tommaso