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Bar sport: il caffè degli sportivi


Nel linguaggio comune l’espressione “Bar Sport” ha assunto un’accezione fortemente negativa. Viene sovente utilizzata per indicare (più che un luogo fisico) un modo di parlare e di discutere di vicende sportive caratterizzato da polemiche gratuite, basso complottismo e spesso odio verso gli avversari.

A parziale discolpa dei numerosi “avventori” che lo popolano, il Bar Sport così inteso è costantemente gestito da istigatori di professione che non fanno altro che alimentare questo circolo vizioso con polemiche montate ad arte e presunti scoop scandalistici.

La rubrica che invece inizia oggi – per contrappasso ed ironicamente- vuole indagare le vicende sportive con tutt’altro spirito, collocando lo sport nella dimensione che gli appartiene: strumento di crescita personale attraverso il confronto con gli altri; strumento di condivisione dell’esperienza; strumento di conoscenza.

Sotto questo ultimo punto di vista si può ritenere efficace utilizzare lo sport anche come mezzo attraverso il quale riflettere e discutere sulla società in cui viviamo. Si tratta, a ben vedere, di artificio letterario già utilizzato in passato: basti pensare all’epopea del grande ciclismo o alla narrazione dei Mondiali di calcio.

Senza scomodare i mostri sacri del giornalismo che hanno tracciato il percorso, in questa rubrica, si tenterà – forse immodestamente e con i limiti dell’inesperienza – un’operazione simile, avendo un’attenzione particolare verso le vicende del nostro territorio. In aggiunta, utilizzando i troppo spesso criticati canali informatici, con questo blog, ci sarà la possibilità anche per i lettori di proporre argomenti o raccontare storie, commentare e proporre spunti nuovi di riflessione. Dunque accomodatevi, cari lettori, la porta per voi è sempre aperta.

Francesco Di Tommaso

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