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ARMI VOTIVE: CHE RUOLO HANNO ALL’INTERNO DEI SANTUARI?


A parer mio, trovo questo tipo di argomento molto interessante, per quanto riguarda gli studi di un archeologo, essendo le armi il simbolo, insieme alla ceramica, che maggiormente distingueva e caratterizzava una comunità rispetto ad un’altra. Ma ancora più particolare è il tipo di significato che queste ultime hanno nel momento in cui diventano offerte votive all’interno dei santuari.

Durante questi anni di studio, le domande principali che mi sono posta in merito a questo argomento sono le seguenti:
Quanta importanza avevano le armi all’interno dei santuari? Che rapporto si creava con la divinità offrendo questa tipologia di oggetti? Si otteneva davvero la loro benevolenza?

Le armi fin dalle origini sono sempre state l’emblema delle comunità, attraverso questi oggetti si rappresentavano e si dichiaravano superiori gli uni sugli altri. Ma in che modo hanno influenzato il mondo religioso? Un caso molto interessante è quello del Santuario extra urbano di Fondo Iozzino a Pompei, infatti dalle analisi archeologiche all’interno del santuario, che si sono susseguite nel corso degli anni partendo dal 1960 fino ad arrivare agli ultimi scavi del 2017, durante questo lungo tempo sono stati scavati sia il temenos maggiore che minore, e da ognuno di questi sono emersi importanti aspetti che hanno permesso di conoscere quella che è la struttura del santuario oltre che al suo inquadramento all’interno della società pompeiana.


Gli scavi sono ancora oggi in fase di lavorazione, infatti molti dei materiali rinvenuti sono inediti, ma da quel poco che è stato pubblicato si evince la presenza forse di un culto legato a Giove Melichio. Per quanto concerne i materiali rinvenuti: un olpe, un kantharos, oggetti legati al vassellame e oggetti in bucchero. In modo più specifico sono state analizzate le armi, di cui gran parte sono miniaturistiche in ferro.

Nel settore nord-occidentale si concentravano le armi, che erano per lo più lame di ferro, punte di frecce, giavellotti, molti di dimensioni miniaturistiche.
L’offerta poteva comprendere anche associazioni di più oggetti, in questo caso specifico di armi, come ad esempio uno scudo e un balteo di bronzo decorato a sbalzo, o ancora, una punta di lancia e una sorta di scettro e una fibula di ferro.

Questi elementi erano di norma associati alla divinità protettrice del santuario ed è possibile datarli grazie alla presenza degli altri materiali.
Il santuario è rimasto in funzione per lungo tempo, precisamente dal VI al I a.C. In conclusione, mi chiedo, e vi chiedo, secondo voi, in base a quello che avete letto, che ruolo e/o significato dareste alle armi associate alle divinità? Si accettano proposte!

Martina Pico

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2 risposte

  1. Luigi Scarpa ha detto:

    Suggestiva la riflessione, tuttavia bisogna distinguere il diverso comportamento che le diverse civiltà hanno avuto in merito. Rare nei santuari magno-greci diffuse in quelli oschi o lucani. Anche qui esse avevano un diverso valore, sia come spolia di guerra che come richiesta individuale. Insomma una problematica alquanto complessa.

  2. Clara Rania ha detto:

    Le armi miniaturizzate , forse, essendo il metallo materiale prezioso rappresentavano mezzi che non solo erano utili per la difesa personale ma segni distintivi di prestigio sociale.

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